26 Apr SEI UNA DOULA, UN’OSTETRICA, UN’EDUCATRICE E VUOI FARTI CONOSCERE? NON INIZIARE CON I SOCIAL
Da qualche anno si è fatta strada la convinzione che basta aprire un profilo sui social per diventare influencer o imprenditrici di successo. La percezione generale è che sia una cosa parecchio facile, alla portata di tutti.
Forse anche per questo motivo tra le primissime azioni di chi si mette in proprio c’è sempre quella di aprire un profilo sui social.
Se stai pensando di lavorare anche da sola o hai iniziato da poco, io invece vorrei dirti: non partire dai social.
Perché dico questo? Perché ci sono tanti ragionamenti e valutazioni da fare, prima di arrivare a presentarsi online, anche sui social network.
Ti faccio qualche esempio? Andrebbe fatta innanzitutto una valutazione realistica sulla sostenibilità della tua attività, sulla tua idea di business, sul mercato di riferimento (sì, sto parlando del temutissimo business plan).
Bisognerebbe avere abbastanza chiari da subito il tempo e le risorse (risorse di ogni tipo: economiche, collaborative, familiari, mentali etc.) che avrai a tua disposizione una volta aperta l’attività.
E ancora, servirebbe un’analisi attenta sulle persone a cui vuoi rivolgerti (puoi chiamarle come vuoi: nicchia, target, pubblico) e un lavoro preliminare su come scegli di presentare quelle tue caratteristiche che possono distinguerti (in termini tecnici questo si chiama posizionamento).
Senza questo lavoro alla base, aprire una pagina social difficilmente potrà portarti da qualche parte. Finirà per succhiarti tempo ed energie ma non ti darà i risultati che desideri.

Cosa puoi fare allora, per iniziare con il piede giusto?
1.Pensa a come puoi distinguerti:
Io partirei da una riflessione approfondita su di te, su chi sei oggi e chi vuoi diventare, sul valore che sai portare e su quello che senti di voler condividere con gli altri. In altre parole, ti consiglio di iniziare a lavorare al tuo brand personale.
Conoscerti e prendere consapevolezza di ciò che ti guida, dei valori su cui intendi fondare il tuo lavoro, delle tue caratteristiche peculiari è l’unica strada che può portare anche gli altri a conoscerti e a riconoscerti, per fidarsi di te. Solo così potrai anche trovare il tuo stile personale di comunicazione, che ti faccia sentire bene e libera di esprimerti e ti rendere unica e riconoscibile.
Puoi trovare qualche spunto utile in questi articoli:
– Prima scopri chi sei, poi comunichi: in questo articolo ti invito alla ricerca di una chiarezza interiore, semplice e cristallina, perché la comunicazione è un po’ come l’acqua: deve rifletterti e se non è chiara e limpida innanzitutto per te, non potrà mai esserlo per gli altri.
– Da dove puoi iniziare a creare il tuo brand: qui ti racconto che cos’è e perché è così importante creare il tuo brand.
2.A chi desideri rivolgerti:
La seconda azione che mi sento di consigliarti è uno studio approfondito sul gruppo di persone a cui ti rivolgi.
Prenditi del tempo e fai una bella ricerca dal vivo e online. Puoi prepararti qualche domanda da fare sia a persone che conosci che ti sembrano in linea con il pubblico a cui vuoi parlare, sia a persone che appartengono ai tuoi gruppi di riferimento in rete.
Cerca di fare delle domande abbastanza aperte, che permettano all’interlocutore di parlare liberamente e a te di ascoltare davvero ciò che ha da dire, senza guidarlo o anticiparlo. Questo perché spesso siamo convinte di conoscere il gruppo a cui parliamo ma se lasciamo davvero libere le persone di dire la loro, ci apriamo l’opportunità di fare scoperte inaspettate e utili per il nostro lavoro.
Sulla base di questo studio iniziale, infatti, saprai molto meglio che cosa pensano (del tuo lavoro) e che bisogni hanno realmente (relativi al tuo settore). Ecco che così saprai anche di che cosa parlare quando inizierai a comunicare online.
3.Dove puoi farti trovare:
Come terzo e ultimo passo ti invito a identificare i contatti e i luoghi (fisici e virtuali) dove farti trovare dalle “tue” persone.
Cosa potresti fare? Un ragionamento a tutto tondo sui punti di contatto che hai con le persone a cui vuoi arrivare.
Chiediti se hai già dei contatti con persone che fanno parte del tuo pubblico e in questo caso riprendi i contatti e presentati come professionista.
Oppure pensa a quali potrebbero essere i contatti intermedi tra te e il tuo pubblico di riferimento, ad esempio contatta persone che conosci che sono già in quel settore specifico o che sai che conoscono qualcun altro che ci ha a che fare.
Poi prendi in considerazione i luoghi del territorio intorno a te, non dimentichiamoci che esistono ancora dei luoghi fisici che vengono frequentati dalle persone a cui vogliamo arrivare. Chiediti quali potrebbero essere i posti dove i tuoi clienti ideali vanno, passano, interagiscono. Parti a presentarti dai luoghi più vicini a te e arriva a quelli più lontani.
Solo alla fine di questo ragionamento, considera anche i punti di contatto online con le tue persone.
In quali ambienti virtuali sono presenti le persone a cui vuoi comunicare? Hai già dei contatti in quegli ambienti? Come puoi presentarti e farti conoscere in quegli ambienti?
Quando avrai risposto a queste domande, avrai anche la risposta su quali social è il caso che tu presidi in modo professionale: quelli in cui hai già comprovato la presenza delle persone che ti interessano.
Ecco che a questo punto, dopo queste prime 3 azioni, avrà molto più senso ed efficacia aprire i tuoi canali social.
Stare sui social senza una base strutturata e una strategia, purtroppo, non può condurti da nessuna parte. Essere sui social per riversarci quello che pensiamo o quello che facciamo, senza criterio o piano alcuno, attirerà forse le persone curiose ma difficilmente saranno le clienti potenziali con cui ci piacerebbe lavorare.
Essere invece su alcuni social selezionati (perché si è appurato prima che quelli sono i luoghi virtuali dove ci sono anche le persone a cui vogliamo parlare) e farlo con una presenza professionale e una comunicazione studiata (perché ci si è informate prima su quali sono gli interessi e i bisogni del gruppo di riferimento) fa tutta la differenza.
